Beniamino o le cose dell'altro mondo
Nina di Majo
È un adattamento geniale di un inedito di un Drammaturgo e sceneggiatore ungherese, nato a Balmazújváros il 3 gennaio 1880 e morto a Budapest il 30 ottobre 1974. Prestigioso autore di teatro scrisse commedie ma anche testi di denuncia sociale e drammi incentrati sul destino e le passioni umane. Le sue opere, in larga parte tradotte e rappresentate all'estero (a Berlino, per lo più da Max Reinhardt, a Parigi, a Londra e negli Stati Uniti), vennero spesso adattate per il grande schermo. Nel corso della sua lunga e feconda carriera L. soggiornò per lunghi periodi in Svizzera, Francia, Inghilterra e poi a Hollywood dove scrisse soggetti e sceneggiature collaborando in particolare con Ernst Lubitsch.
Editore: Aracne
Collana:Ragni dietro le quinte | 10
Pagine:132
L’inverno
Nina di Majo
In un clima emotivamente gelido, dove i tentativi di comunicare si rivelano
fragili passerelle sopra abissi di solitudine, ognuno cerca uscite d'insicurezza.
I personaggi di Nina di Majo sono imprigionati in una ritualità quotidiana
che fa loro orrore per la solitudine che li soffoca.
Una storia che non compiace e non si compiace,
di un'autrice lucida, che non cede al ricatto del conformismo.
Il racconto, come il film da esso tratto, mostra la scabra,
amara, esigente capacità dell'autrice di rappresentare
i destini personali quasi come un'entomologa.
Il suo rigore rifiuta di sciogliere i grumi di angoscia
e disperazione che incontra nella realtà, e di nascondere
il pericolo che ognuno diventi la caricatura di se stesso,
una marionetta mossa da forze sconosciute.
Nell'inverno dell'anima, quasi con la crudeltà
dei racconti di carver, i sentimenti sono appassiti.
Il dramma non ha sbocchi, resta la speranza immotivata,
l'invocazione: «tendimi la tua mano / portami in salvo...».
Editore:L'ancora del Mediterraneo
Collana:OdisseoData
Pagine:113
/>
Saggi e dialoghi sul cinema
A cura di Maria Giuseppina Di Monte, Alessandra Barbuto, Giorgio Nisini
Quali sono i rapporti tra cinema e arti visive?
Questo libro mette in luce i contagi tra i due ambiti e promuove
una riflessione sulla complessa natura dell'oggetto cinematografico
e sulle dinamiche della sua genesi. La attenzione si focalizza a
sugli aspetti relativi alla dimensione spazio-temporale,
al montaggio e alla rilevanza dell'apporto delle immagini,
ma vengono presi in considerazione anche gli elementi
narrativi legati alla struttura del film.
Il testo raccoglie alcuni saggi critici insieme
ai contributi in editi, sotto forma di intervista,
di alcuni protagonisti e figure emergenti
del cinema italiano: Nina di Majo, regista, Roberto Perpignani,
montatore, Andrea Giannone, Vittorio Storaro, fotografo,
e Marion Hänsel, regista e sceneggiatrice.
Editore:Meltemi.edu
Collana:Arti visive/cinema
Pagine:218