Note di regia
"Penso che qualsiasi opera sia buona in quanto esprime l'uomo che l'ha creata".
Orson Welles
Parlare dei film o parlare sui film prima ancora che siano stati visti è spesso riduttivo e limitante. Per quanto mi riguarda tutto nasce da un'incapacità, un'incapacità di vivere la vita reale (forse perché si è circondati dall'orrore?), un'incapacità di intessere rapporti, un'incapacità di esprimere i sentimenti e una grossa sofferenza per i rapporti umani che sono sempre paradossalmente basati sull'egoismo e sull'incomprensione reciproca. Insomma quando mi sono resa conto che il mio inconscio aveva deciso di sabotarmi e che, nonostante io cercassi di fuggirlo, mi raggiungeva ovunque straripando senza che io potessi controllare alcunché, ho capito che c'era bisogno di dare una forma altra a questa visione deformata e deformante altrimenti avrebbe preso il sopravvento impedendomi di scorgere quello che di vero c'era dietro l'inarrestabile fiume di proiezioni. Così mi sono sentita in dovere di dire tutta la verità sulla realtà dei rapporti umani, o su quella che a me appariva come realtà, di indagare sulla natura umana, di trovare un senso, e di cercare di conoscere anche me. Ho capito infatti che i sentimenti che nella vita reale mi era impossibile concedermi di "sentire" e tanto meno di esprimere, attraverso il cinema hanno trovato il loro sbocco. Da questo la necessità di essere anche interprete delle mie sceneggiature, ora nel film "Autunno", prima nel cortometraggio "Spalle al muro" e ancora prima con il video8 ... Era una notte buia e tempestosa". A ben guardare questi tre momenti non sono altro che tentativi di avvicinamento per approssimazione ad una visione dei rapporti familiari, d'amicizia, d'amore, in varie generazioni. Trovo falso e offensivo per esempio il voler ossessivamente sottolineare la mia età (ho scritto e girato il film a 22 anni, lo vedrò nelle sale purtroppo a 24 per cui non sarà neanche più un caso tanto strano) quasi come se il film avesse valore solo in relazione a questo. Il film non parla di giovani ma di persone, non è un film per giovani... E' un film che vuole parlare a tutti ed esistere in tutti i tempi. Ma quale poteva essere la chiave per mostrare la difficoltà dei rapporti senza essere patetici e melensi? L'ironia, il cinismo, il paradosso, e la crudeltà. Credo infatti che un problema del nostro cinema italiano sia il voler rappresentare sempre o quasi sempre, escluse rare eccezioni, i buoni e medi sentimenti; perché non rivelare invece quanto di meschino, più vero e crudo, di violento e di perverso c'è nell'animo umano magari giocandoci anche un po'? E se Quinian fosse stato un eroe, un buono? Il film non esisterebbe. Un punto di riferimento importante in questo percorso di tentativi per approssimazione è stato Nanni Moretti. E' a lui che ho spedito il mio primo video8 narrativo "... Era una notte", in realtà senza speranze, si vedeva poco e si sentiva peggio. Lui mi richiamò a casa e mi disse con un briciolo di sadismo e di provocazione che il mio video non lo prendeva, mi meravigliai con lui allora che mi avesse chiamato, mi disse indispettito che naturalmente non ritelefonava a tutti quelli (600) di cui non aveva preso il corto, e che il mio era interessante e che avrei dovuto continuare così, facendogli in futuro vedere dell'altro. Io fui entusiasta, avrei voluto piangere e balbettavo frasi insensate, ero in grado infatti di recitare a memoria gran parte dei film di quell'uomo, e gli dissi che questo suo segno di generosità mi dava un po' più di fiducia verso il mondo che forse non era tanto brutto come mi era parso, lui mi disse che no, non dovevo avere fiducia in niente e in un attimo mi abbassò il telefono in faccia... Dopo poco presi a scrivere "Spalle al muro" del quale dal maestro ho sentito solo critiche spietate, tanto che mai avrei creduto che potesse premiare il mio corto, poi ho capito che dietro le critiche c'era un certo apprezzamento. Ancora una volta i rapporti non si mostravano affatto lineari, ma non mi dispiaceva, una forte ironia rendeva anche quel lieve sadismo uno stimolo grandissimo per il pensiero. E ancora: perché mettere tutta la famiglia nel film? Spesso me lo domando e non saprei dare un'unica spiegazione, anche perché sono....